PANOPTICON


Installazione multimediale sul tema dei cinema chiusi di Roma
un progetto di Silvia Sbordoni




















A seguito del lavoro di documentazione fotografica delle facciate dei cinema chiusi (in collaborazione con Altrospazio – Fotografia Documentaria per i cinema di Roma) Silvia Sbordoni ha postprodotto le singole immagini creando un’architettura unica composta dall’unione di tutte le facciate come se fossero un continuum urbano: l’installazione circolare trasforma lo spettatore in un sovegliante, un osservatore che nello stesso tempo è virtualmente impriginato in una sorta di piazza metafisica completamente circondata da cinema chiusi. La scelta di eliminare quasi completamente i colori è voluta per creare, oltre che una continuità cromatica tra le architetture, una sensazione di straniamento, infatti potrebbero essere immagini del passato (i colori sbiaditi, l’assenza di macchine) o di un ipotetico futuro.

L’installazione prende spunto dal Panopticon, carcere ideale progettato nel 1791 dal filosofo e giurista Jeremy Bentham. Il concetto della progettazione è di permettere ad un sorvegliante di osservare (opticon) tutti (pan) i soggetti di una istituzione carceraria senza permettere a questi di capire se sono in quel momento controllati o no.

L’installazione consiste in una panoramica delle facciate di venti cinema chiusi di Roma: virtualmente ci si ritroverà immersi in una piazza metafisica completamente circondata da cinema chiusi.


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